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Niente da fare: sospeso il 52° Giro della Regione
CIVIDALE DEL FRIULI – Lienz, Sillian, Palmanova, Azzano Decimo, Villa Santina, Arta Terme, San Giorgio della Richinvelda, Sappada, Resia. Questi i nomi delle sedi di partenza e arrivo delle tappe del 52° Giro della Regione Friuli Venezia Giulia. Un progetto affascinante, che però, al momento, deve tristemente rimanere solo sulla carta.
Il Gruppo Sportivo Giro ciclistico del Friuli Venezia Giulia ha preso la sofferta decisione di sospendere la corsa, prevista dal 5 al 9 maggio prossimi.
I motivi, ancora una volta, sono di carattere economico. Spiega il presidente Giovanni Cappanera: «Per allestire un evento come il nostro servono certezze e finanze. Quest’anno, pur in presenza di certezze economiche, non siamo ancora in possesso dei documenti che ci permetterebbero di disporne concretamente, e di conseguenza viene meno la disponibilità economica per dare il via operativo all’evento entro i termini previsti». Insomma i soldi ci sono, ma non è possibile averli concretamente entro il 5 maggio. «Non solo - continua Cappanera – ma non ci sono ancora arrivati nemmeno tutti i contributi del 2014. Spesso in passato abbiamo fatto l’impossibile per partire lo stesso e non è mai andato tutto liscio; non vogliamo trovarci ad avere di nuovo ritardi nei pagamenti di coloro che operano all’interno del Giro, dai corridori ai servizi. Per questo non ce la sentiamo di incamminarci ancora su una strada che sappiamo bene essere insidiosa, e preferiamo sospendere la corsa».
Ma la volontà di realizzare l’evento non è venuta meno, ed è per questo che gli organizzatori hanno richiesto all’UCI tramitela FCI la possibilità di far slittare il Giro regionale a settembre, come avvenne nel 2014.
Questo ritardo purtroppo ha fatto saltare la collaborazione con la regione austriaca del Tirolo Orientale, che era pronta ad accogliere la partenza dell’edizione 2015 della manifestazione. Alla luce di questo, si dovrà rivedere anche il progetto della corsa e individuare nuove sedi di tappa per sostituire quelle austriache.
«Il nostro è un evento internazionale di portata notevole – conclude amareggiato Cappanera – e andrebbe gestito in una maniera diversa rispetto ad iniziative di minor impegno economico, o che hanno la possibilità di auto-sostenersi attraverso l’incasso di quote d’iscrizione come le Granfondo, le gare amatoriali, le maratone, eccetera. Non possiamo aspettare l’ultimo momento per sapere se avremo o meno i fondi per partire e in che misura, dovrebbe essere una cosa assodata di anno in anno, comunicata molto in anticipo, non più tardi del mese di dicembre, rivedendo nel contempo la metodologia dei punteggi che creano le graduatorie per l’assegnazione dei contributi: solo così ci sono speranze che questa corsa continui la sua storia».
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